all’interno della rassegna
“Teatro come terra degli incontri”
La domanda che mi sono posta prima di iniziare questo progetto, che ripercorre i trent’anni di storia e attività del Teatro Proskenion, è stata: “Con quale cuore m’accosto a quest’operazione di raccolta?”.
La risposta non ha tardato nell’arrivare: “Con l’idea di curiosare dentro un album fotografico di famiglia!”.
Ma, cos’è e cosa contiene un album di famiglia? È un polveroso e socchiuso scrigno dimenticato in soffitta, con al suo interno una preziosa ereditàdi radici, storie e pagine invisibili in attesa di essere riempite. Ogni famiglia ha il proprio.
Diverso da tutti gli altri e speciale forse perché emotivamente ci appartiene, ma al tempo stesso uguale agli altri nel contenuto: i ricordi, le emozioni, gli odori, i viaggi, gli arrivi e gli addii, la tenacia, la cura, gli sguardi…
Anche la comunità a cui appartengo ne ha uno tutto suo. Enorme e pieno.
Mi accingo a sfogliare, a ricostruire ed immaginare ricordi, in parte non completamente miei. Come da un vaso di Pandora fuoriescono senza controllo: vento, rumori di passi, tanto lavoro sotterraneo, musica e canti, risate e pianti, pane e vino condiviso e … fantasmi.
Hanno la mia stessa luce negli occhi?
Hanno le mie stesse paure?
Chi rivedo? Loro o me stessa?
Ritorno al mio compito: scelgo con cura e suddivido. Torno sui miei passi. Riguardo, stravolgo e seleziono. Cambio idea ancora una volta. Scelgo e suddivido.
Forzatamente, mi fermo.
È complicato racchiudere una vita in pochi e scelti momenti.
Teatro come terra degli incontri:
“dove” quel “qualcosa” di incantevole, fragile e necessario germoglia. Ancora!
Buon viaggio
Chiara